A Cantina Coppi degustazione alla cieca di due principi del vino: Primitivo e Chianti Classico
Il rosso, come cantava Pierangelo Bertoli, è il colore dell’amore. Ma lo è anche del Primitivo e del Chianti e quindi, per astrazione, della Puglia e della Toscana, due regioni non poi così distanti, legate da quel filo speciale che (a volte) sanno essere le storie degli uomini.
Qualche sera fa, io e Leda ci siamo ritrovate ad una piccola ma intrigante degustazione nel cuore della Murgia barese, paesaggio pugliese di trulli, boschi, vigne e ciliegi.
Destinazione la “rossa” Turi, paese reso celebre dalle (rosse) ciliegie Ferrovia e anche per essere stato il luogo di detenzione di Antonio Gramsci e Sandro Pertini. Un colore scritto nel DNA, insomma.
Alle sue porte, la città ospita Cantina Coppi, cantina storica nata nel 1882 e divenuta poi Coppi nel 1979. Precisamente quando l’intraprendente Antonio Michele (poi anche senatore della Repubblica nella XI Legislatura) dopo aver mosso i primi passi nel mondo del vino in qualità di enologo, proprio in quella stessa cantina, compie il grande passo e la rileva “con fatica e coraggio”. È la conclamazione di un grande amore, di una passione oggi condivisa anche dai figli Lisia, Miriam e Doni.
Una storia che per essere raccontata meglio ha richiesto la presenza dalla “lontana” Toscana di una persona davvero speciale per l’universo affettivo del padrone di casa: Antonio Mario Zaccheo, figlio di Antonio, il proprietario della cantina negli anni ’60, quando appunto il giovane Coppi iniziò a lavorarci come enologo.
Negli anni ’40 Zaccheo padre produceva vino non solo nella sua Turi ma anche in Lazio. Successivamente è arrivata la Toscana, dove Zaccheo figlio, insieme ad un socio, ha dato vita alla Cantina Carpineto, una delle più celebri aziende di Chianti Classico, che esporta il 90% del vino in tutto il mondo
A distanza di quasi 80 anni, qualche sera fa, a Turi le nuove generazioni di Vini Coppi e del fondatore della cantina si sono ritrovati per ripercorrere, con i figli e i nipoti delle due famiglie di Turi e i numerosi ospiti della degustazione, una storia intensa, costellata di impegno e di passione, di partenze e di ritorni, di scelte difficili e coraggiose, sullo sfondo di un amore caparbio e sconfinato per la vite e il vino e per la propria terra.
Una scelta nobile, di cui lo ringraziamo, perché col suo lavoro appassionato Antonio Michele Coppi ha contribuito insieme a tutti i bravi produttori pugliesi, a cambiare i destini dei nostri vini, oggi non più “da taglio” ma grandi vini, dalla longevità straordinaria, che possono competere alla pari con etichette più note e blasonate e che hanno saputo ritagliarsi il giusto e meritato spazio sul mercato internazionale e degli intenditori.
Come sempre, lì dove non riescono ad arrivare le parole, a completare il racconto ci pensa il vino. A conclusione del racconto per parole e immagini (video e foto di famiglia dimenticate delle vendemmie di una volta) un appassionante blind testing fra Chianti Classico Docg Carpineto 2013 e Senatore Primitivo di Gioia del Colle Doc 2013 magistralmente – come sempre – condotto dal “sacerdote” del vino Giuseppe Baldassarre, degustatore e relatore AIS. I vini sono stati svelati solo alla fine da Matteo Carrozzini e Antonio Riontino, rispettivamente miglior sommelier AIS Puglia 2018 e 2017.
La serata di amarcord, guidata dal giornalista Rai Attilio Romita, ha coinvolto anche i rappresentanti dei territori dei due “Primitivi”: Vincenzo Carrasso delegato di Ais Murgia e Domenico Stanzione delegato di AIS Taranto.
Ma, come hanno evidenziato, il vitigno del Primitivo è uno solo, le differenze fra Primitivo di Manduria e Primitivo di Gioia del Colle le fanno il sapere degli uomini unito alle caratteristiche dei territori in cui sono allevati.
Senatore Primitivo di Gioia del Colle Doc 2013
Con il suo bellissimo colore rosso granato, molto intenso, luminoso, conquista subito la vista. Al naso è intenso, con sfumature di frutta rossa e ciliegia sotto spirito e leggermente speziato. Abbastanza tannico, con una morbidezza non esagerata, secco, caldo. Interessante nota sapida e bella persistenza.
Chianti Classico Docg Carpineto 2013
Meraviglioso rosso granato, intenso, con riflessi granata. Al naso il fruttato della ciliegia abbraccia i delicati profumi della violetta, con un accenno di vaniglia. Molto elegante. In bocca si presenta morbido, anzi vellutato, caldo e lungo.
Molto bella la cantina antica con le grandi botti che accoglie all’ingresso, dove abbiamo coccolato il palato con le bontà preparate in cantina, e la sala ristrutturata con cucina a vista dove si è svolta la degustazione. Dedicata al fondatore Antonio Zaccheo, con sua immagine bronzea, ospita ancora l’antico camino nel quale gli operai durante i periodi di duri lavori nei campi si preparavano da mangiare.
Perché la contemporaneità ha significato se riesce a conservare la memoria.