Esiste il vino perfetto?
Sul significato di perfezione si sono versati fiumi di inchiostro.
Filosofi, scienziati, artisti, pensatori hanno provato a dare significato ad un concetto, in realtà, piuttosto sfuggente. Talmente tanto sfuggente da essere indagato e utilizzato dalle più svariate discipline, dalla matematica, alla fisica, dalla chimica all’etica, dall’estetica alla teologia.
La più grande perfezione è l’imperfezione
Parafrasando il celebre paradosso rinascimentale – la più grande perfezione è l’imperfezione – potremmo dire che la perfezione del vino (qualora esistesse, appunto, il vino perfetto) viene dalla sua stessa imperfezione, dal “difetto” che diviene parte integrante della “bellezza”.
Perché un vino “pulito”, senza difetti potrebbe essere considerato financo banale e inespressivo.
JAMIE GOODE
Sono alcuni dei quesiti che prova ad indagare il britannico Jamie Goode ne “Il vino perfetto”, il primo testo dedicato all’esplorazione delle principali cause dei difetti del vino, pubblicato nella sua edizione italiana da Edizioni Ampelos, casa editrice salentina specializzata nell’aspetto divulgativo della vitivinicoltura.
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