L’eleganza del metodo classico e la forza del Negroamaro: ecco lo spumante di Cantina Coppola 1489.

Nasce a Gallipoli il primo spumante metodo classico da Negroamaro vinificato in bianco, in versione brut e pas dosé

Possono coesistere forza ed eleganza? Potenza e delicatezza? Intensità e leggerezza?

Facevo questa riflessione qualche giorno fa, in auto, mentre passavo a prendere la mia compagna di avventure Le per andare alla presentazione di un nuovo vino.

L’irruenza della giovinezza, quella che ti fa dire e fare cose di cui poi ti pentirai, si stempera col passare degli anni. C’è chi la chiama diplomazia, ma a me piace pensare che sia gentilezza, dote rara che però si fa sempre in tempo ad acquisire, soprattutto quando le traversie della vita smussano le asperità del carattere. Anche la maternità, nel mio caso, ha contribuito non poco ad addolcire le intemperanze scorpioniche (Scorpione ascendente Scorpione, non so se mi rendo conto).

E poi forse sarà come dice Le, la mia astrologa personale 😎: “bisogna assecondare la fase che stiamo vivendo, lasciare più spazio all’interiorità, concedersi del tempo”.

Perché il tempo, quello buono, quello speso a prendersi cura di sé, ci aiuta a capire di più noi stessi, il mondo circostante, e a capire ciò che davvero conta. Ciò che davvero ha valore.

E se questo vale per le persone, figuriamoci per il vino, no?

Infatti, e mi è sembrata una casualità intrigante, proprio con questi pensieri che mi frullavano nella testa abbiamo assaggiato giorni fa il nuovo vino di “Cantina Coppola 1489” (si, avete letto bene: l’America non era stata ancora scoperta da Cristoforo Colombo e già esisteva questa azienda agricola di famiglia, tramandata e ampliata di generazione in generazione).

Non un vino qualsiasi, ma uno spumante Metodo Classico, dove l’elemento tempo, appunto, è determinante per il risultato finale. Anzi due spumanti: un Brut e un Dosaggio zero (ovvero un Pas Dosé).

Innanzitutto va detto che lo spumante “Coppola Metodo Classico” è il PRIMO spumante metodo classico da Negroamaro vinificato in bianco, motivo di grande orgoglio per la famiglia che lo ha giustamente definito il “nuovo gioiello” dell’azienda di Giuseppe, Lucio e Nanni Coppola.

I primi passi per questo ambizioso e affascinante progetto risalgono al 2013, “quando – sottolineano dall’azienda – l’idea di produrre uno spumante, da sempre coltivata da Carlo e Giuseppe Coppola, si concretizza nel piano di sviluppo aziendale, e con l’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi si ragiona su una spumantizzazione con il Metodo Classico del Negroamaro vinificato in bianco”.

Fedeli agli insegnamenti del padre Carlo – “dietro ad ogni bicchiere di vino c’è un grande lavoro in campagna” – nel 2014 i fratelli Coppola, coadiuvati dall’agronoma Gabriella Puzzovio, iniziano infatti in vigna i lavori di preparazione per la nuova vinificazione.

A fine agosto 2015, una decina di giorni prima della vendemmia tradizionale, si cominciano a tagliare i grappoli “spargoli” di Negroamaro, che serviranno per fare la base spumante. Le uve vengono vinificate in bianco e si passa al primo affinamento di 5 mesi.

A febbraio 2016 viene effettuato il tiraggio, o come direbbero i francesi l’addition de la liqueur de tirage e la mise en bouteille. Al fresco, alla temperatura controllata di 16 gradi, il vino affina in bottiglia, sulle fecce, per 26 mesi.

È in questa fase che avviene quell’operazione così ricca di fascino che si chiama “remuage sur pupitres”, la rotazione manuale delle bottiglie poste sulle pupitres, che i cantinieri di Cantina Coppola hanno imparato a fare e hanno effettuato per ben 26 mesi, con pazienza e costanza, aspettando la sboccatura. Ad aprile di quest’anno, infine, il degorgément, e per la versione brut l’addition de la liqueur d’expédition (9gr/l), mentre per il Dosaggio Zero si è passati subito alla tappatura. Una quota delle bottiglie è stata riservata per un affinamento più lungo, di 48 mesi, con l’obiettivo di arrivare anche ai 60 mesi. Il tempo, appunto.

La degustazione ci ha regalato delle belle emozioni. Volendo proprio fare una scelta, il Pas dosé mi ha particolarmente conquistata: al naso entrambi rivelano una bella complessità aromatica, con i profumi della macchia mediterranea e le erbe selvatiche e un’intrigante nota balsamica, ma l’eleganza più austera del Dosaggio Zero ti fa capire subito che non si scherza. La potenza del Negroamaro, che in queste zone un tempo si chiamava Nostrale, è stemperata, attenuata e rimodulata attraverso la fine eleganza delle bollicine del Metodo Classico.

Quindi sì, assolutamente: potenza ed eleganza possono convivere, serve solo che la prima ceda il passo alla seconda. E che lasci al tempo il modo di armonizzare il tutto.

La presentazione dei due nuovi spumanti è avvenuta a Gallipoli, dove ha sede l’azienda, che a breve inaugurerà la nuova cantina: un complesso immerso nella macchia mediterranea fra querce, ulivi e vigneti, a ridosso del litorale jonico e che ospiterà anche un ristorante gourmet diretto dall’executive chef Franco Tornese, che – non a caso – si chiamerà “Il vigneto del gusto”.

“Sono particolarmente orgoglioso e soddisfatto della vinificazione Dosaggio Zero – sottolinea Giuseppe Coppola – che esalta il vitigno e ne mette in risalto la massima espressione, e con sé quella della nostra terra madre”. “È una grande soddisfazione – aggiunge l’enologo Giuseppe Pizzolante – aver portato a termine un’altra difficile e innovativa vinificazione nella Cantina Coppola, a rappresentare anche una grande innovazione per il territorio, che oggi ha il suo primo spumante metodo classico da Negroamaro vinificato in bianco”.

Alla presentazione era presente la famiglia al completo (ma quanto sono belle e quanto danno l’idea di solidità queste belle famiglie del Sud?), e poi giornalisti, esperti degustatori e il senatore Dario Stefàno, estensore della legge sull’enoturismo approvata a dicembre scorso. A voler sottolineare la gratitudine, per un provvedimento utile e atteso, proprio da parte di un’azienda a tutti gli effetti pioniera proprio sul fronte dell’enoturismo salentino: sin dal lontano 1967, quando il nonno di Giuseppe, Niccolò, volle realizzare il “Campeggio La Vecchia Torre”, formula di ospitalità che ha messo insieme natura ed enogastronomia a due passi dal mare.

E poi sei a Gallipoli.

Insomma, dici Gallipoli e pensi al mare, ai lunghi pomeriggi passati a guardare il tramonto rosso, all’acqua ferma e trasparente da cui non usciresti mai. Alla macchia mediterranea selvaggia e profumata, che ti guarda alle spalle. All’odore di salsedine e di iodio. Pensi al borgo antico, alle mura, ai bastioni alle torri, ai profumi e ai colori del mercato del pesce.

Ecco, come per incanto, io tutto questo l’ho ritrovato in calice. E il nuovo spumante Coppola è un regalo alla “città bella” e ai suoi turisti.

Al tempo che vorranno trascorrere a contemplare, come dono a sé stessi, la potenza della storia e l’eleganza delle forme.

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