Una vita d’arte e d’amore, la Fiermontina regala a Lecce un nuovo museo

È un’incredibile, appassionante, struggente e meravigliosa storia d’amore quella che ci regala il nuovo piccolo museo d’arte moderno di Lecce.

Verrà inaugurato domenica 27 maggio alle ore 10.30 in Vico dei Raynò 4, ed è una chicca, un piccolo gioiello che custodisce altri gioielli: non solo le opere di due dei più illustri scultori francesi del ‘900, ma anche le emozioni, i turbamenti, gli scompigli amorosi che quelle opere si portano appresso, consegnandoli all’eternità. Emozioni che noi, oggi, possiamo solo immaginare ammirando la bellezza delle forme e l’arte che esse incarnano.

Si chiama M.A.M.A. ed è l’acronimo di Museo Artistico Moderno Antonia, dove Antonia sta per Antonia Fiermonte, pittrice pugliese dei primi del ‘900, protagonista dei salotti artistici parigini che ha profondamente segnato le vite e l’opera di due dei maggiori scultori francesi del Novecento, René Letourneur e Jacques Zwobada, oltre ad essere stata figura di rilievo della Resistenza in Francia.

Sorella di un altro celebre Fiermonte, Enzo, il “pugile rapito da Hollywood”. Campione italiano ed europeo dei pesi medi, statuario e atletico, Enzo incontra Madeleine Force Astor Dick, ricca vedova miliardaria e sopravvissuta alla tragedia del Titanic. I due si sposano, e con la moglie Enzo Fiermonte inizia una vita mondana negli Stati Uniti. Dopo qualche anno in America, Enzo lascia però l’alcova matrimoniale, torna in Italia e si dedica al cinema per diventare un attore famoso. Partecipa complessivamente ad un centinaio di film, affiancando attori come Aldo Fabrizi, Anna Magnani ed Enzo Scotti. È lui l’allenatore di pugilato nel film “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti.

Antonia, nel frattempo trasferitasi a Roma con la famiglia, diviene nota per la sua bellezza e il fascino particolare. Posa come modella a Villa Medici quando un giorno René Letourneur, vincitore del Gran Prix di Roma nel 1926, si innamora perdutamente di lei, la sposa e la porta a Parigi. Pochi anni dopo Jacques Zwobada, anche lui scultore, amico e compagno di sempre di René, gli sottrae l’amore di Antonia, che diventa allora la sua ispirazione, la musa della sua anima tormentata. Per lei, morta a soli 42 anni, Zwobada realizza il mausoleo presente nel cimitero di Mentana.

Una storia che rivive oggi grazie ai nipoti, Giacomo Fouad Filali e la sorella Antonia Yasmina, che in Puglia, a Lecce, sentono di doversi riappropriare delle proprie radici. Si innamorano della bellezza di questi luoghi  tanto da lasciare la Francia: qui decidono di dedicare alla nonna, che non hanno mai conosciuto, La Fiermontina, resort urbano nato dal recupero di un rudere del ‘600 nel cuore vecchio della città.  Bello e ricco d’arte: basta citare le “Due sorelle” di Fernand Léger, “Armonia” di Letourneur e “La Coppia” di Zwobada, per non dire dei (meravigliosi) ritratti di Antonia che si intravedono qua e là.

La Fiermontina

Una storia che si fa ancora più coinvolgente grazie al MAMA, pensato da Giacomo e Antonia  per celebrare la memoria, l’opera e l’eredità culturale della nonna. Il MAMA è un museo diffuso che si propone quale trait d’union artistico fra la Fiermontina e Palazzo Bozzi Corso, oggi Vergine by La Fiermontina, che aprirà i battenti il prossimo 15 giugno nei pressi di Santa Croce: una sorta di viaggio nel tempo e nei luoghi della memoria familiare.

In occasione della sua apertura il MAMA presenterà alcuni dei più bei capolavori della collezione privata d’arte moderna di Antonia Fiermonte, con le opere scultoree e pittoriche di Letourneur e Zwobada, una collezione inizialmente destinata ai musei francesi ed oggi ricollocata nella città barocca.

Per fortuna nostra, di Lecce, del Salento, della Puglia, del suo pubblico anche internazionale. Perché, se, come diceva quel geniaccio di Picasso, “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”, allora dovremmo approfittarne tutti. Hai visto mai che diventiamo tutti migliori? Anche solo un po’.

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