Paolo Leo, una storia che affonda le radici nella terra rosa del negroamaro

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Quando hai una storia famigliare così profondamente radicata nella terra rossa, su quella terra rossa non puoi che costruire la tua nuova storia personale (e famigliare). È così anche per Paolo Leo, nato in una famiglia nella quale il destino già correva fra i filari di alberelli di negroamaro. Siamo agli inizi del Novecento, quando il capostipite Paolo inizia a lavorare le uve a Masseria Monticello, a San Donaci, in quel lembo di terra dove il Salento diventa brindisino, areale che appartiene dal 1976 alla Doc Salice Salentino e dunque regno del vitigno simbolo di questo pezzo di Puglia.  Fu il figlio, che aveva ricevuto in eredità insieme alla terra anche lo stesso nome del padre, a costruire il palmento in paese.  Ed è un altro Paolo che oggi, a distanza di più di un secolo, prosegue con passione e determinazione la storia della famiglia, affondando sempre di più in quella stessa terra rossa le radici familiari. Una storia che si arricchisce del contributo prezioso della famiglia di Paolo: accanto a lui infatti troviamo la moglie Roberta, i figli Nicola, Stefano, Francesco e Alessandro e i collaboratori di una vita.

L’orizzonte è chiaro: “Il nostro rapporto primario è quello con la terra e con i nostri clienti, abbiamo dimostrato che in Puglia c’era la possibilità di produrre vini di qualità, riconosciuti a livello internazionale, che potessero mostrare eleganza e finezza mantenendo sempre il carattere originario”, scrive Paolo.

Nei vigneti PAOLOLEO (nel 2020 nasce la nuova cantina a Monteparano, nel tarantino, nell’altro areale di pregio pugliese, il Primitivo di Manduria DOC) si allevano soprattutto le varietà autoctone, negroamaro, primitivo, malvasia bianca e nera di Lecce, con cui produrre vini che “emozionino”. Nicola, figlio di Paolo, è l’enologo della cantina: “Il vino deve emozionare e soddisfare, è il risultato della fusione tra terreno, ceppo, clima e uomo”.  

Con questo approccio nascono le diverse linee PAOLOLEO: della “TOP”, dedicata alle uve da vitigni autoctoni e internazionali che seguono affinamento in botti di rovere, fa parte il celebre Orfeo, Negroamaro Puglia IGP.
Più tradizionale lo stile dei “Classici” di cui fanno parte “Passo del Cardinale”, Primitivo di Manduria DOC; Moramora, Malvasia nera Salento IGP; Negramante Negroamaro Salento IGP.

Particolarmente di pregio la linea “Salentop”, perché le uve provengono da antiche vigne coltivate ad alberello di oltre 50 anni d’età. Ciò significa rese bassissime, una qualità e una concentrazione aromatica che conferiscono ai vini una particolare eleganza, come nel Tacco Rosso Negromaro Puglia IGP.

Una sensibilità verso la storia enologica e dunque culturale del territorio confermata anche dal progetto “Alture” che ha portato la famiglia in Valle d’Itria, dove –  tra i 350 e 380 metri dall’altezza, da cui il nome – si allevano varietà autoctone “minori”, in realtà uve straordinarie da cui possono nascere vini di carattere e dalla personalità intrigante: verdeca, minutolo, bianco d’Alessano e susumaniello.

DORSO ROSSO

Con questa medesima sensibilità nasce anche il progetto Dorso Rosso, il cui nome è ispirato da un piccolo quaderno rosso ritrovato a Masseria Carritelli, rilevata nel 2012 da Paolo Leo: “quando ho acquistato l’antica Masseria Carritelli avevo chiaramente impresso nella mia mente l’intero progetto:  il recupero di quell’antico sito da destinare all’accoglienza enoturistica  ma soprattutto la tutela di quelle piante così vecchie ma preziose, dove ancora in alcuni tratti era presente e vivo l’impegno e il lavoro dei nostri antenati”.

Quel quaderno dal dorso rosso custodiva le istruzioni dettagliate per la produzione di un vino attraverso metodi tradizionali di coltivazione della vite e dei campi. A partire dagli alberelli, antichi vigneti a bassa resa, emblema della tradizione pugliese, da cui nascono uve di qualità eccellente. Dorso Rosso nasce dunque con l’obiettivo di recuperare, salvare e valorizzare l‘alberello pugliese, simbolo di una viticoltura millenaria. La prima vendemmia è la 2013 e dopo l’affinamento secondo le indicazioni conservate in quel quaderno dal dorso rosso l’etichetta arriva sul mercato nel 2015. Con Dorso Rosso si può diventare “vignaioli onorari” adottando un alberello pugliese: info su http://dorsorosso.it

WINE EXPERIENCE 

La cantina propone diverse wine experience che vanno dalla semplice degustazione all’esperienza immersiva nel mondo PAOLOLEO:

Taste&Go: è possibile degustare i vini in wine shop e visitare quelli che erano gli spazi dell’antico palmento. In abbinamento taralli e olive.

TaralVino: visita della moderna cantina e della bottaia dove riposano i vini, passeggiata nel vigneto sperimentale e visita ai i vecchi fermentini. In chiusura degustazione guidata dei vini in abbinamento a taralli e olive nere Celline.

AperiTour: la visita completa di cantina, bottaia, vigneto sprimentale e fermentini insieme alla degustazione guidata dei vini, abbinati ad un aperitivo salentino con salumi e formaggi al negroamaro, taralli, olive nere Celline di Nardò e le friselle condite con conserve tipiche.

TopTour propone l’esperienza di AperiTour conclusa dalla degustazione guidata dei vini top di gamma  in abbinamento all’aperitivo salentino.

Info, costi e come prenotare: https://tours.paololeo.it/

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